giovedì 18 aprile 2024

Annegamento - si può fare il bagno dopo mangiato??

Annegamento - si può fare il bagno dopo mangiato??

Inizia finalmente la bella stagione e si inizia ad andare al mare o sui laghi e, purtroppo, sono già segnalati dei casi di annegamento

I dati mondiali indicano che in ogni ora di ogni giorno più di 40 persone perdono

la vita per annegamento. 

Gran parte di questi incidenti si verifica nei Paesi poveri dove non sono presenti sistemi di sorveglianza specifici e misure di prevenzione e dove le persone in gran parte non sanno nuotare. 

Ma i Paesi a più alto reddito non sono esenti da questo problema.

In Italia 400 persone all'anno muoiono annegate (dati dell’Istituto Superiore di sanità del luglio 2023: https://www.iss.it/-/giornata-mondiale-per-la-prevenzione-dell-annegamento-in-italia-ogni-anno-400-morti-e-800-ricoveri ). 

Dal 1990 il dato sembra stabile ed è nettamente ridotto rispetto al 1970 quando i morti per annegamento erano 1400 all’anno!!

E tra questi annegamenti  molti avvengono ai bambini. 

Nel mondo, i tassi più alti di annegamento riguardano i bambini di età compresa fra 1 e 4 anni, seguiti dai bambini di 5-9 anni di età.

A volte in pochissima acqua, anche pochi cm, a volte sotto agli occhi di adulti che spesso non sanno riconoscere l’annegamento (vedi sotto e pensano che un bambino stia giocando)..

Si contano inoltre oltre 800 ospedalizzazioni per annegamento –circa 60.000 salvataggi (solo sulle spiagge), e più di 600.000 interventi di prevenzione da parte dei bagnini. 

(Dati tratti dal Rapporto dell’”Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti ed incidenti in acque di balneazione”, istituito dal Ministero della Salute

https://www.iss.it/documents/20126/0/Rapporto+ISTISAN+23-15+Annegamenti.pdf/f84a7fb8-13b8-77a4-9b56-75480f524379?t=1690809254666 )

La preoccupazione che tutti, diciamo molti, hanno è quella dell’ipotetico, mai dimostrata “congestione” causata dal bagno dopo mangiato.

Trovate qui sotto alcuni link sul tema ma intanto focalizziamo sull'annegamento.

Sul bagno dopo mangiato so che per quanto se ne parli tanti continueranno a comportarsi come prima (attesa di 2-3 ore) e a costoro consiglierei solo, a questo punto, che forse è meglio passare le vacanze in località "non balneabili".🙂

Per approfondire leggere qui sotto*

 

ANNEGAMENTO

Gli annegamenti e i semi-annegamenti sono eventi molto gravi che spesso riguardano la

fascia di popolazione più giovane, con la più lunga attesa di vita, ed è ai primi posti tra le cause di morte per incidente dopo gli incidenti stradali, le cadute.

La mancanza di sorveglianza da parte degli adulti è il principale fattore favorente gli incidenti di annegamento dei bambini.

Ricordate che sono descritti annegamenti nei bambini anche in piccole quantità di acqua (pozze, piscinette dei giardini, torrenti di acqua).

I fattori principali associati all’annegamento sono:

1. La presenza di una piscina privata in una casa dove ci sono bambini fra 1 a 4 anni.

2. Non aver imparato a nuotare dopo i 4-5 anni

3. La mancanza di barriere che impediscano ai bambini di accedere alla piscina

4. La mancanza di supervisione costante sui bambini

5. Per i ragazzi al di sopra dei 15 anni, invece, l’annegamento è più probabile in acque di fiume, mare o lago, a causa di comportamenti incauti (fare il bagno in condizioni climatiche avverse (con l’acqua agitata ec.), andare troppo al largo e stancarsi eccessivamente nuotando ecc.)

6. Il mancato uso di giubbotti di salvataggio sulle imbarcazioni 

7. L’uso di alcol. A questo proposito, i ragazzi italiani cominciano ad essere sempre più consumatori problematici di questa sostanza! 

8. La presenza di epilessia o disturbi neurologici analoghi.

 

In caso di annegamento l’evento deve essere trattato come un qualsiasi caso di arresto cardiaco. Si deve chiamare il prima possibile il 118/112 e procedere secondo le indicazioni BLS (Basic Life Support):...continua qui: https://ferrandoalberto.blogspot.com/search?q=annegamento

 

RICONOSCERE QUANDO UNA PERSONA BAMBINO O ADULTO STA ANNEGANDO).

Sapete che molti non sanno riconoscere se una persona sta annegando?

Innanzitutto è fondamentale sapere che chi sta annegando non grida per chiamare  aiuto o agita le braccia.

Le ragioni sono ovvie: il sistema respiratorio ha come funzione basilare quella di respirare, la parola è una funzione secondaria. 

Prima di poter gridare, bisogna riuscire a respirare. In secondo luogo, è impossibile per un individuo che stia annegando agitare le braccia per richiamare l’attenzione. 

Le braccia infatti reagiscono involontariamente e si pongono allargate sotto la superficie dell’acqua. Questo permette alla persona di rispuntare fuori dal filo dell’acqua per qualche secondo per cercare ossigeno prima di scomparire.

- Il bambino più piccolo, sotto ai 6 anni, quando immerso nell’acqua non riesce a sollevare bene la testa in quanto è  più pesante rispetto al corpo 

È per questo assume un galleggiamento in posizione prona con il volto  immerso.

- Il bambino di età superiore ai 6 anni tende invece ad avere un galleggiamento verticale e con le braccia allargate batte sull’acqua (potrebbe dare l’idea di giocare). 

Riconoscere l’annegamento è quindi cruciale: la metà dei bambini che annega ogni anno sono in prossimità dei genitori E circa nel 10% dei casi l’adulto li sta effettivamente guardando, spesso senza avere la minima idea di ciò che sta accadendo.

Annegamento: come evitarlo, come riconoscerlo e cosa fare

Abbiamo già parlato di cibo e bagno: http://ferrandoalberto.blogspot.it/2016/06/si-puo-fare-bagno-dopo-mangiato.html

 

BAGNO DOPO MANGIATO:

OVVIAMENTE SI DOVREBBE USARE IL BUON SENSO E NON USARE FORMULE ASSOLUTE: 

Se avete mangiato come un bufalo affamato non bastano neanche 3 ore per la digestione (il tonno ad esempio richiede 360 minuti, 6 ore, ad essere digerito, così come alimenti grassi). Se la temperatura dell’acqua è fredda non ci si tuffa accaldati, (possibile sindrome da idrocuzione).

Da: http://www.tgcom24.mediaset.it/salute/2014/notizia/l-esperto-si-al-bagno-dopo-mangiato-_2058957.shtml

-       “Ci sono degli accorgimenti che si possono prendere per prevenire”? "Non bisogna naturalmente abbuffarsi, quindi il primo suggerimento che posso dare è di evitare pranzi pantagruelici prima di fare degli sforzi, di qualsiasi tipo o attività fisica intensa così come una nuotata fatta in modo energico. Gli adulti, inoltre, non devono assumere sostanze alcoliche. 

-       Raccomandabile una immersione in acqua graduale. Entrando lentamente in acqua  bagnandosi il viso con l’acqua nella quale ci si immerge, il torace, l’addome quando ancora l’acqua e’ bassa, in modo da poter tornare a riva immediatamente qualora si avvertisse un malessere; 

-       Bisogna evitare i tuffi da accaldati, non tanto per il rischio di congestione ma più per quello di sincope. 

-       Quali possono essere le conseguenze di un'immersione troppo rapida, che può avvenire anche a digiuno?"Ci può essere uno shock termico che può generare crisi vagali con conseguente svenimento in acqua".

RICORDO CHE L’ANNEGAMENTO è LA SECONDA CAUSA DI MORTE, IN ETA’ PEDIATRICA, DA INCIDENTI (DOPO GLI INCIDENTI DA TRAFFICO)  e appare molto limitativo preoccuparci per la digestione.

 

APPROFONDIMENTI:

* Influenza del pasto (la cosiddetta “congestione”)  da Rapporto dell’”Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti ed incidenti in acque di balneazione”,

È di antica tradizione la raccomandazione di non accedere all’acqua nella fase post-prandiale

e di lasciar intercorrere almeno 2-3 ore tra il pasto e il bagno in mare o in piscina.

Dall’analisi della letteratura specifica tuttavia non emergono studi controllati nei quali si

evidenzi una significativa correlazione tra il pasto (quindi lo stato di ripienezza gastrica) e

l’annegamento.

È ben noto al contrario che i nuotatori professionisti si alimentano continuamente per poter

sostenere e ottimizzare le performances in allenamento e in gara.

Ciononostante, almeno dal punto di vista fisiopatologico, qualche considerazione va fatta e,

più in generale, una raccomandazione alla prudenza appare opportuna.

Occorre anzitutto sfatare il concetto popolare e giornalistico secondo il quale l’entrata in acqua dopo un pasto provocherebbe una “congestione”

. Congestione in medicina significa invece aumento della quantità di sangue in un organo o in una parte del corpo, sia per iperemia attiva arteriosa, sia per iperemia passiva venosa (deflusso ostacolato, iperemia stagnante).

Ciò che in realtà può accadere è un blocco della funzione digestiva, con “gastroparesi”

Questo evento è dovuto sia al raffreddamento improvviso della parete addominale, sia al

riflesso di vasocostrizione con riduzione del flusso ematico diretto al territorio splancnico e

diversione periferica verso l’apparato muscolo scheletrico. Il blocco digestivo a sua volta può

innescare un riflesso vagale che può condurre a bradicardia e ipotensione. Il risultato finale è

quindi una sequenza di lipotimia  sincope, con perdita di coscienza e possibile annegamento

Va peraltro sottolineato che questo genere di incidente è favorito dalla concomitanza di alcuni fattori favorenti, quali:

- la temperatura dell’acqua (fredda!), 

- la quantità e la composizione del pasto (abbondante, ricco di lipidi), 

- la mancanza di allenamento 

- la presenza di comorbidità (alterazioni dei valori pressori di base, cardiopatie aritmogene, assunzione di farmaci particolari).

(Istituto Superiore di sanità del luglio 2023: https://www.iss.it/-/giornata-mondiale-per-la-prevenzione-dell-annegamento-in-italia-ogni-anno-400-morti-e-800-ricoveri )


ANNEGAMENTO ORIZZONTALE FREQUENTE NEI BAMBINI SOTTO AI 4 ANNI




 

 
























ANNEGAMENTO VERTICALE NEI BAMBINI Più GRANDI E NEGLI ADULTI



venerdì 5 aprile 2024

Non maltrattate le mamme. (Mom Shaming).

Non maltrattate le mamme. (Mom Shaming).

Articolo su quotidiano (Il Secolo XIX) e link a  filmato su Tim to' e a intervista televisiva in diretta su Primocanale.

Nella  Mission del pediatra al primo posto viene "in primis" la salute del nucleo familiare, a partire dalla neomamma e della coppia genitoriale. (Il/la bambino/a crescerà e starà bene se i genitori stanno bene).

Per questo mi indignano comportamenti, purtroppo frequenti, di atteggiamenti di critica e di giudizio (che rasentano, se non sono già, un maltrattamento) da parte di tante persone che non sanno tenere a freno la lingua e, purtroppo, anche da operatori socio/ sanitari

Le mamme vanno sostenute nelle scelte e non "indirizzate" colpevolizzandole. 

Non vanno giudicate, criticate apertamente o indirettamente (come indurre dei sensi di colpa) soprattutto in un periodo così bello, ma anche delicato da un punto di vista emotivo e psicologico come quello che si attraversa dopo la nascita di un bebè.

Si è molto più vulnerabili, si vede il bicchiere sempre mezzo vuoto, vengono Momenti di tristezza, spesso si hanno i cosiddetti "baby blues" e in alcuni casi si arriva alla depressione (anche nei papà e non solo nelle mamme).

Ricordate che le “parole fanno più male delle botte”. 

(frase di che Carolina Picchio ha scritto nella lettera al papà prima di suicidarsi).  


FILMATO su TIK TOK: https://www.tiktok.com/@pediatraalberto/video/7346526630866701601


INTERVISTA A PRIMOCANALE:

https://ferrandoalberto.blogspot.com/2024/03/no-al-mom-shaming-non-maltrattate-le.html




martedì 2 aprile 2024

Tampone faringeo positivo per streptococco in bambino che non ha alcun sintomo

Tampone faringeo positivo per streptococco in bambino che non ha alcun sintomoDa una delle tante chat di classe arriva l’allarmante messaggio: gira lo streptococco nella classe 😱😰!!!!

Molte mamme decidono di fare il tampone ai loro figli che stanno benissimo .

Alcuni di questi risultano positivi a questo streptococco (chiamato amichevolmente dagli addetti ai lavori  SBEGA che sta per streptococcus beta emolitico di gruppo A). 

Alcuni somministrano l’antibiotico e alcuni chiamano il pediatra .

Il pediatra chiede come sta il bambino e perché ha fatto il tampone faringeo e spiega che: “in assenza di sintomatologia, mal di gola associato in genere a febbre e aumento dei linfonodi sotto al collo e ad assenza di tosse” non è indicato fare il tampone faringeo . 

Se comunque viene fatto e risulta positivo, in assenza di sintomatologia e di fattori di rischio, non si somministra alcun antibiotico .

La terapia dello streptococco, quando indicata si basa sull’antibiotico (Amoxicillina alla prima scelta ) che va somministrato per 10 giorni secondo le principali linee guida . 

Alcune prevedono sconti a 6-7 giorni .

Ogni terapia espone effetti collaterali e dare l’antibiotico quando non è indicato facilita la resistenza degli antibiotici e anche, in alcuni casi, la presenza di ceppi più virulenti e che possono dare più complicazioni .

Messaggio principale: prima di fare un esame o di dare una terapia sentite sempre il vostro pediatra.

 https://vm.tiktok.com/ZGeacbk4F/



domenica 31 marzo 2024

LUTTO IN CASA: AI BAMBINI COSA DICO? LA VERITA' O UNA PICCOLA BUGIA?

LUTTO IN CASA: AI BAMBINI COSA DICO? LA VERITA' O UNA PICCOLA BUGIA?

Cari Genitori

Vorrei parlarvi sempre di cose belle, di vacanze, di mare, di pappe...ma nella vita ci sono anche situazioni dolorose a cui non vogliamo pensare finché non ci capitano.

Non passa quasi giorno che direttamente, o indirettamente, veniamo in contatto con situazioni dolorose. 

Il dolore più grande? la morte di un "caro" un genitore, un parente, un amico. E' qualcosa che riguarda, prima o poi .......tutti e nel nostro dolore non sappiamo come comportarci con i figli. Qualche consiglio qui sotto anche se non bisogna mai generalizzare ma qualcosa di comune e "da fare" c'è.

Un tema molto poco affrontato e di fronte a cui ci si sente impreparati sempre è quello della comunicazione della cattive notizie, e, in particolare  della comunicazione del lutto. Comunicare male fa più male del lutto stesso.

Non passa mese che non mi venga richiesto come comportarsi. 

Alcuni mi dicono che non hanno detto niente....ma cari genitori sappiate che i bambini hanno già capito che è successo qualcosa di grave: ve lo leggono nel cuore!!

Bisogna spiegare e parlare chiaramente. 

Ovviamente ogni situazione è differente ma alcune cose comun i da dire ci sono.

una su tutte : va detto e non vanno dette pietose storie o bugie.

Bisogna anche tenere conto che processo di elaborazione del lutto è soggettivo e dipende da vari fattori come l’etàdel/della bambino/a, le risorse, non solo economiche, famigliari e sociali e dalla qualità del legame con il defunto. 

Una cosa importante, e che ripeterò, è che la possibilità di partecipare alla cura e al congedo, di esprimere la sofferenza e di proseguire la vita quotidiana sono fattori che aiutano ad affrontare la perdita

Fattori che compromettono l’elaborazione del lutto sono la morte vissuta come un evento improvviso e grave (per cui, in tali casi sarebbe necessario affidarsi subito ad un professionista esperto del settore), la presenza di traumi precedenti e difficoltà relazionali ed una difficoltà nell’occuparsi del bambino da parte degli adulti superstiti. Che andrebbero aiutati essi stessi ad elaborare il lutto.

Quando si affronta la questione della morte di una persona cara con un bambino, è importante essere sinceri, ma allo stesso tempo considerare l'età del bambino e la sua capacità di comprendere concetti complessi come la morte.

Molte volte, dire al bambino che il nonno "è morto" può sembrare troppo duro o difficile da comprendere, specialmente per i bambini più piccoli.

In questi casi, alcuni genitori scelgono di usare metafore o linguaggio più morbido per spiegare la situazione, come dire che il nonno "ha fatto un lungo viaggio" o "è andato via".

Tuttavia, è importante considerare che anche i bambini hanno bisogno di comprendere la realtà delle situazioni, e nascondere la verità potrebbe causare confusione o ansia nel lungo termine. 

Inoltre, usare metafore può creare fraintendimenti o false speranze nel bambino, che potrebbe iniziare a chiedersi quando il nonno tornerà da questo viaggio.

E poi vi chiederà perché gli o le avete detto una bugia.

Pertanto, è consigliabile trovare un equilibrio tra la delicatezza nel comunicare la notizia e la sincerità nel rispetto della realtà.

Potrebbe essere utile spiegare al bambino che il nonno è morto in modo semplice e amorevole, senza utilizzare concetti troppo astratti o spaventosi. Ad esempio, si potrebbe dire: "Il nonno è morto, significa che il suo corpo non funziona più e non possiamo più vederlo o parlargli. Ma i bei ricordi che abbiamo di lui rimarranno sempre con noi."

Inoltre, è importante essere disponibili per rispondere alle domande del bambino e offrire sostegno e comfort durante questo momento difficile. 

Ogni bambino reagirà in modo diverso alla notizia della morte di un familiare, quindi è importante adattare l'approccio in base alle esigenze e alla sensibilità del bambino specifico.

Ovviamente l’età è un fattore importante:

-         - Fino ai 3 anni i bambini  sono molto sensibili alle emozioni degli adulti di riferimento. Se l’adulto è triste, addolorato, sofferente, il bambino percepisce che qualcosa non va, si sente perso e manifesta il bisogno di vicinanza e rassicurazione con un comportamento irritabile, irrequieto e tendente al pianto.

-        - Tra i 3 e i 5 anni i bambini non hanno acquisito il concetto di irreversibilità della morte. Potrebbero cercare il defunto e chiedere “dove è andato?” oppure “quando ritorna?”. La morte viene percepita come non definitiva, un lungo sonno profondo o un viaggio che prevede un ritorno.

-         - Tra i 6 e i 9 anni comprendono che la morte è irreversibile. Le perdite delle persone care vengono vissute con estrema paura e ansia. Spesso i bambini di questa fascia d’età sviluppano molta curiosità per gli aspetti che riguardano la morte e per i riti funebri, quindi possono porre molte domande per acquisire informazioni.

-          - Tra i 9 e i 12 anni i bambini hanno un concetto chiaro della morte. In caso di lutto di una persona cara. Alcuni possono tendere a nascondere le loro emozioni, a voler apparire più forti e in grado di affrontare la sofferenza.

 

 

Ecco alcuni consigli che potreste dare ai genitori di un bambino per affrontare la morte del nonno:

1.        Comunicazine  chiara e sincera: È importante comunicare la notizia della morte del nonno in modo chiaro e sincero, adattando il linguaggio all'età del bambino. Evitare pietose storie o bugie, poiché i bambini possono percepire la mancanza di verità e ciò potrebbe causare loro confusione e ansia.

2.        Ascolto attivo: Dopo aver comunicato la notizia, è essenziale essere disponibili per ascoltare i sentimenti e le domande del bambino. Mostrare empatia e fornire un ambiente sicuro in cui il bambino possa esprimere le proprie emozioni è fondamentale per il suo processo di elaborazione del lutto.

3.        Rispondere alle domande: I bambini potrebbero avere molte domande sulla morte e sul concetto di perdita. Rispondere alle loro domande in modo semplice e onesto, evitando di entrare in dettagli troppo complessi o spirituali che potrebbero confonderli ulteriormente.

4.        Supportare  le emozioni: Assicurare al bambino che è normale sentirsi tristi, arrabbiati o confusi dopo la perdita di una persona cara. Aiutarli a comprendere che tutte le emozioni sono valide e che possono esprimere i loro sentimenti in modo sano.

5.        Supporto professionale: Se il bambino continua ad avere difficoltà nell'affrontare la perdita, potrebbe essere utile coinvolgere un pediatra, uno psicologo o altre figure professionali specializzate nel sostegno ai bambini in lutto. Questi professionisti possono fornire ulteriori risorse e supporto per aiutare il bambino a elaborare i propri sentimenti.

6.        Creare rituali di commiato: Partecipare a rituali di commiato, come partecipare al funerale o commemorare il nonno in modi significativi per la famiglia, può aiutare il bambino a elaborare la perdita e a trovare un senso di chiusura.

7.        Conservare i ricordi: Conservare i ricordi del nonno attraverso foto, storie e oggetti significativi può essere un modo prezioso per onorare il suo ricordo e aiutare il bambino a sentirsi connesso con lui nonostante la sua assenza fisica.

8.        Pianificare momenti di condivisione e sostegno familiare: Trascorrere del tempo insieme come famiglia, condividendo ricordi del nonno e supportandosi a vicenda attraverso il processo di lutto, può essere un modo importante per rafforzare i legami familiari e affrontare la perdita insieme.

Segnali una difficoltà nell’elaborazione del lutto

Abbiamo già detto che ai 6-9 anni, il concetto di irreversibilità della morte non è pienamente acquisito, per cui può essere difficile comprendere che la persona cara non tornerà e questo può destabilizzare le sue 

L’elaborazione del lutto prevede  la presenza di emozioni negative come tristezza, paura, colpa, rabbia ed insicurezza. SE molto frequenti o se associati a disturbi come quelli qui sotto segnalati è importante un aiuto psicopedagogico:

-              crisi di rabbia ed aggressività, diverse da quelle avute in passato.

-              Regressione a fasi precedenti dello sviluppo. Vengono perse le autonomie raggiunte precedentemente nel mangiare, vestirsi, addormentarsi, Isolamento o dipendenza dagli altri.

-              Negazione o rifiuto di quanto accaduto.

-              Comparsa di disturbi psicosomatici quali: mal di  pancia e mal di testa che non sono spiegabili come fisici, nausea, vertigini. 

-              Disturbi del sonno: difficotà ad addormentarsi, cercare fortemente di dormire nel lettone, risvegli frequenti e/o incubi.

-              Alterazioni nell’alimentazione: inappetenza, abbuffate o selettività con variazioni del  peso corporeo.

-              Scarso rendimento scoastico.

-              Isolamento. 

Concludo rinforzando quanto detto sopra:

Gli adulti, mossi da un istinto protettivo, possono avere la tentazione di non parlare ai bambini della morte o evitare di riferire quanto è accaduto e la sofferenza che provano. Tuttavia, i bambini hanno il diritto e il bisogno di capire ed addolorarsi per le perdite subite. Hanno necessità di sapere cos’è successo ed essere accompagnati nel dolore dando parole alle loro emozioni, sapendo di avere figure di riferimento che sono forti e presenti anche se vacillano per la loro sofferenza, comprendono e vivono quel che il bambino sente. Il bambino ha bisogno che gli adulti legittimino il dolore e le emozioni provate aiutandolo a parlarne e che rispondano alle sue numerose domande sulla morte e su ciò che cambierà dopo la perdita.

E’ importante che la morte e il defunto non siano argomenti tabù per la famiglia. E’ importante che si nomini e ricordi chi non c’è più  e che si possa parlare della possibilità e fatica della perdita delle persone care.

 

IMPORTANTE: Gli adulti devono prendersi cura di loro stessi perché il bambino riesce ad elaborare meglio il lutto se ha accanto figure di riferimento presenti e in grado di accogliere il suo dolore. Gli  adulti devono nascondere la propria sofferenza, perché è  sicuramente difficile per una famiglia che ha subito una perdita e si senta  sopraffatta.

L’adulto di riferimento del bambino deve prendersi cura e del proprio processo di elaborazione del lutto, eventualmente chiedendo aiuto psicopedagogico, per poter sostenere adeguatamente il piccolo.



 

venerdì 22 marzo 2024

Allerta zanzare e malattie

 Allerta di malattie in Italia: Dengue, chikungunya e altre trasmesse dalle zanzare tigre. 

Ma una di una politica basata sul contrasto alla moltiplicazione di queste zanzare basata sulla informazione e sul comportamento dei singoli (evitare ristagni di acqua soprattutto) non ne parla nessuno?

Negli anni il numero di zanzare tigre è aumentato a dismisura.  E il comportamento di ogni singola persona può sicuramente contribuire a ridurre il numero di questo indesiderato m, e potenzialmente molto dannoso per la salute, insetto.

A questo link vari articoli: https://ferrandoalberto.blogspot.com/search?q=Zanzara&m=1


https://www.dottnet.it/articolo/32536002/e-allerta-dengue-in-italia-controlli-in-aumento

lunedì 18 marzo 2024

No al "MOM-SHAMING": non maltrattate le mamme

No al "MOM-SHAMING": non maltrattate le mamme.

 "Non maltrattate le mamme, in particolare subito dopo la nascita di un bebè evitate consigli non richiesti che in un periodo bello ma anche delicato emotivamente possono diventare pietre lo dico in primis al personale socio-sanitario ma anche a tutti famigliari e non". Così Alberto Ferrando, presidente associazione pediatri extraospedalieri della Liguria, commenta a Primocanale il fenomeno del cosiddetto mom shaming ossia il bullismo nei confronti delle mamme (a volte anche dei papà) per le loro scelte genitoriali.

"Questa settimana nel mio studio sono arrivate due neo-mamme in lacrime - racconta Ferrando - in un caso un operatore sociosanitario le aveva detto che il suo comportamento avrebbe potuto causare la morte del figlio e allora io mi chiedo ma come si fa a essere così insensibili? Consigli non richiesti o consigli espressi in maniera aggressiva che normalmente possono essere superati non lo sono in una fase delicata e di fragilità come molte mamme vivono".

Il mom shaming può avere un forte impatto mentale su una neomamma, facendole mettere in discussione le decisioni che ha preso per il suo bambino. "Nella mission del pediatra al primo posto viene "in primis" la salute del nucleo familiare, a partire dalla neomamma e della coppia genitoriale, il/la bambino/a crescerà e starà bene se i genitori stanno bene. Per questo mi indignano comportamenti, purtroppo frequenti, di atteggiamenti di critica e di giudizio che rasentano, se non sono già, un maltrattamento, da parte di tante persone che non sanno tenere a freno la lingua e, purtroppo, anche da operatori sociosanitari".

"Quando alcune madri non riescono a soddisfare aspettative altrui possono rimanere deluse, sentirsi delle "fallite" o diventare insicure in relazione alle proprie capacità genitoriali - sottolinea Ferrando - questo accade per esempio quando arrivano consigli non richiesti sull'allattamento. La promozione dell'allattamento al seno è uno degli obiettivi principali del pediatra, come i vaccini e la prevenzione in generale ma abbiamo professionisti sanitari, non solo medici, che mettono al primo posto l'allattamento esclusivo a tutti i costi sacrificando, in alcuni casi, la salute mentale della mamma e di tutto il nucleo familiare".

"Alcune mamme non riescono ad allattare e già di per sè possono soffrirne quindi evitate di chiedere loro perchè non allattano, perchè hai scelto il latte in polvere oppure perchè scegli di spendere quando l'allattamento al seno è più sano ed economico perchè queste frasi feriscono le neo-mamme che non possono allattare".

Le mamme vanno sostenute nelle scelte e non "indirizzate" colpevolizzandole.

"Sono molte le frasi, i consigli, i commenti che in questi anni di lavoro mi sono stati raccontati - continua Ferrando - oltre a quelli sull'allattamento, al perchè non parla ancora o continua a gattonare oppure su quando la mamma decide di tornare a lavorare l'unica cosa che mi sento di dire alle mamme è cercate di non ascoltare ma seguite il vostro istinto e cercate non essere troppo dure con voi stesse".



venerdì 15 marzo 2024

Non maltrattate le mamme

Non maltrattate le mamme.

Nella  Mission del pediatra al primo posto viene "in primis" la salute del nucleo familiare, a partire dalla neomamma e della coppia genitoriale. (Il/la bambino/a crescerà e starà bene se i genitori stanno bene).

Per questo mi indignano comportamenti, purtroppo frequenti, di atteggiamenti di critica e di giudizio (che rasentano, se non sono già, un maltrattamento) da parte di tante persone che non sanno tenere a freno la lingua e, purtroppo, anche da operatori socio/ sanitari

La promozione dell'allattamento al seno è uno degli obiettivi principali del pediatra, come i vaccini e la prevenzione in generale ma  abbiamo professionisti sanitari, non solo medici, che mettono al primo posto l'allattamento esclusivo a tutti i costi sacrificando, in alcuni casi, la salute mentale della mamma e di tutto il nucleo familiare, 

Le mamme vanno sostenute nelle scelte e non "indirizzate" colpevolizzandole. 

Non vanno giudicate, criticate apertamente o indirettamente (come indurre dei sensi di colpa) soprattutto in un periodo così bello, ma anche delicato da un punto di vista emotivo e psicologico come quello che si attraversa dopo la nascita di un bebè.

Si è molto più vulnerabili, si vede il bicchiere sempre mezzo vuoto, vengono Moment di tristezza, spesso si hanno i cosiddetti "baby blues" e in alcuni casi si arriva alla depressione (anche nei papà e non solo nelle mamme).

L'educazione dei genitori dovrebbe iniziare molto prima, prima della gravidanza, prima del pensiero del figlio ideale. 

Dovremmo contribuire tutti alla diffusione del pensiero reale che i bambini sono allattati con latte di mamma, e se non e' possibile, esistono i latti per l’infanzia. 

Non solo, i genitori e soprattutto le mamme non debbono essere sottoposte a consigli non richiesti o a domande colpevolizzanti tipo il latte di mamma possa essere  poco, insufficiente, non nutriente, faccia male e le altre cento assurdità per cui le mamme vengono sottoposte.

O ancora peggio con frasi tipo “che peccato che non dai il tuo latte” o altre affermazioni che per una neomamma sono un veleno.

Ricordate che le “parole fanno più male delle botte”. 

(frase di che Carolina Picchio ha scritto nella lettera al papà prima di suicidarsi).  



venerdì 8 marzo 2024

Fate uscire i bambini all’aria aperta

Fate uscire i bambini all’aria aperta  

Cari genitori l’ho già scritto tante volte nel mio blog e ho fatto anche i filmati sulla utilità per il benessere dei bambini, e anche dalla famiglia, di farli uscire il più possibile all’aria aperta in qualsiasi stagione e con qualsiasi tempo. 

Le indicazioni a non uscire sono veramente poche e sono rappresentate dall’inquinamento atmosferico quando è elevato e nel periodo estivo quando c’è troppo troppo ozono  

Per fortuna viviamo in una città, Genova, ventilata per cui risentiamo meno dell’inquinamento Rispetto ad altre città. 

martedì 5 marzo 2024

Frutta si, succhi i frutta no, soprattutto nei primi anni di vita

Frutta si, succhi i frutta no, soprattutto nei primi anni di vita

Un importante articolo che ha analizzato 17 studi pediatrici con 45851 bambini con età mediana di 8 anni mette in evidenza che il consumo di succhi di frutta al 100%, anche se privi di aggiunte come conservanti o dolcificanti, non sostituisce il consumo di frutta intera. Soprattutto nei bambini sotto i 6-8 anni, il consumo regolare di succhi di frutta è associato a un aumento del rischio di sovrappeso e obesità, a causa dell'alto contenuto di zuccheri semplici e calorie, della mancanza di fibre e del basso potere saziante.

Si conferma un'associazione positiva tra il consumo di succhi di frutta al 100% e l'indice di massa corporea (BMI), soprattutto nei bambini più piccoli.

L'introduzione precoce di succhi di frutta può aumentare il rischio di sovrappeso e obesità a causa della preferenza per i cibi dolci. Inducendo anche una predilezione dal gusto dolce.

I genitori devono essere consapevoli che bere succhi di frutta al 100% non equivale al consumo di frutta fresca, a causa della mancanza di fibre e dell'assorbimento rapido degli zuccheri, specialmente del fruttosio, che può aumentare i trigliceridi e le lipoproteine a bassa densità, predisponendo al rischio di malattie cardiovascolari.

Una tabella della SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana) confronta il contenuto di zuccheri in un frutto intero e nel suo succo al 100%, evidenziando che una porzione di frutta intera può fornire sazietà, mentre i succhi, spesso venduti in contenitori più grandi, sono considerati semplici bevande che non soddisfano la fame. Pertanto, si raccomanda di ritardare l'introduzione dei succhi di frutta nei bambini piccoli, moderarne il consumo e favorire invece il consumo di frutta intera.

 

Fonte: SICUPP.

Bibliografia: “Consumption of 100% Fruit Juice and Body Weight in Children and Adults. A Systematic Review and Meta-Analysis”. 



sabato 2 marzo 2024

Blocco la diarrea?? Noooo!!! Leggi perchè

 Blocco la diarrea?? Noooo!!! Leggi perchè

Cari genitori:

rispondo alla domanda molto requente in questi giorni:: "...ha tanta diarrea, come la blocco"?

Trovate spiegazioni in vari miei articoli e video.

Intanto ricordo che la diarrea è un meccanismo di difesa dell'organismo non va bloccata perchè consente di eliminare i germi che la causano (o altre cause di diarrea come le tossinfezioni alimentari).

Importante mangiare poco: NON forzate a mangiare

L'unica terapia indicata è quella di offrire da bere con sali minerali (buste o flaconcini che trovate in farmacia e si aggiungono all'acqua.

Quando preoccuparsi?

Quando il o la bambino/a è mogio o alterna periodi di irritabilità a momenti di torpore

Quando il bambino non urina

Quandomil bambino perde troppo peso: una perdita di peso del 5% non deve preoccupare, se supera il 10% si.

FILMATO BREVE SU TIK TOK: https://www.tiktok.com/@pediatraalberto/video/7341761322545057057?is_from_webapp=1&sender_device=pc&web_id=7200515771385906694 

FILMATO LUNGO SU YOUTUBE: https://www.youtube.com/watch?v=26iieHLcLug

Articoli vari qui: https://ferrandoalberto.blogspot.com/search?q=diarrea

Buon week end

Alberto Ferrando