Ricevo da un genitore questa risposta a cui rispondo. Non sarò breve per cui leggete con calma:
"Subject: RE: [Il dottor Ferrando] EVITATE LA VIOLENZA DIRETTA, PSICOLOGICA E ASSISTITA
"Qualche schiaffo non ha mai ucciso nessuno.
Le generazioni precedenti sono cresciute con metodi più rigidi e sicuramente sono migliori di quella attuale.
Le madri che intavolano un'educazione sul dialogo con bambini di 2/3 anni si trovano in casa adolescenti che comandano e insultano.
Dovreste insegnare alle madri ad essere più autoritarie anzichè dire che gli schiaffi aumentano la depressione.
Saluti".
Le generazioni precedenti sono cresciute con metodi più rigidi e sicuramente sono migliori di quella attuale.
Le madri che intavolano un'educazione sul dialogo con bambini di 2/3 anni si trovano in casa adolescenti che comandano e insultano.
Dovreste insegnare alle madri ad essere più autoritarie anzichè dire che gli schiaffi aumentano la depressione.
Saluti".
Questa lettera si presta a più spunti. Un punto che intendo riprendere è quello della autorità che i genitori debbono avere. Qui sotto metto una mia recensione ad un libro scritto da un pediatra (recensione pubblicata sul sito www.ferrandoalberto.eu) che risponde in parte.
Un'altra cosa da aggiungere è la necessità di come dire le cose e il cosìdetto "linguaggio del corpo". A nulla serve, se è mai servita, una sberla o un rimprovero se non sorretto da un tono di voce e un comportamento adeguato. A volte si dicono dei no con un tono di voce "carezzevole" che contraddice la negazione del no. Oppure si chiede scusa al bambino di averlo sgridato. Nella comunicazione sappiate che si comunica con la voce, con le tonalità della stessa e con il linguaggio del corpo in proporzioni diverse: con la voce trasmettiamo solo il 7% , sul come parliamo (tonalità e atteggiamento) comunichiamo il 38%, con il linguaggio del corpo (atteggiamento positivo o negativo, sgurado ecc,) comunichiamo il 55%.
A nulla serve un NO detto con il sorriso e il buffetto sulla guancia e ancora di meno una sberla. Su come insegnare alle mamme..... Bè lì siamo in gioco tutti. Io parto dal principio che "La mamma ha sempre ragione" e va aiutata, accompagnata, ascoltata e non come spesso succede sempre ripresa o criticata o osteggiata. E in questo serve "anche" il pediatra ma serve la famiglia, i vicini e la società.
Un Caro Saluto
Alberto Ferrando
NEONATI MALEDUCATI DI PAOLO SARNI
Nella prefazione uno psicologo
(Giuseppe Sparnacci) racconta di una domanda di una mamma che chiede cosa fare
di suo figlio di 3 anni che alla sera esige il telecomando e fa vedere a tutti
il programma che vuole lui. Il “piccolino” , a un certo punto, spegne la TV e
dice “tutti a nanna”. La risposta data dallo psicologo è stata “lo chiami
papà”!!! Genitori succubi dei desideri e
voglie del bambino perché non hanno la forza di educare, cioè di dare regole e
frustrazioni.
Regole, momenti di noia (che
stimolano creatività e fantasia) desideri non realizzati frustrazione e anche
dolore hanno un valore educativo, servono a crescere a formare individui per il
futuro ad avere adolescenti temprati e pronti a reagire alle frustrazioni della
vita.
Spesso i genitori cercano invece di evitare dolori e frustrazioni, a
partire dai “no” che bisogna dare. Pensando di proteggere invece si danneggiano
i bambini. Stiamo osservando sempre più che i bambini sono fragili, insicuri,
poco dotati di autonomia e poco muniti di quelle fondamentali doti che rendono
gli individui forti, liberi, capaci e sociali: la tolleranza e l’adattabilità.
I ritmi della nostra società,
sempre più veloci e competitivi, creano stress e ansia e alcuni genitori
trasferiscono, inconsciamente, questo sui figli con conseguenti paure e
medicalizzazione da cui derivano vari problemi come un eccesso di consumo di
farmaci oltre a creare nei bambini
uno stato di ansia.
L’autore non si vergogna di
ammettere che potrebbe risultare antipatico in quanto nel testo sarà duro,
impietoso, ripetitivo e magari esagerato. Infatti
anche il pediatra, come un genitore, che non può essere un amico o un compagno
del figlio, che deve educare anche suscitando reazioni ostili o odio nel
bambino quando è il caso, deve sostenere con determinazione, nei confronti dei
genitori, una genitorialità e delle regole e non solo accontentare tutte le
richieste.
E’ più facile per un genitore dire di si che negare qualcosa e così
anche per un pediatra è più facile accontentare un genitore facendo quanto
richiede: farmaci o esami in eccesso invece di cercare di capire “il perché” un
bambino presenti alcuni disturbi. Sono sempre più frequenti in ambulatorio
i bambini con disturbi ansiosi o depressivi che si manifestano con vari tipi di
sintomi: mal di testa, mal di pancia, nausea, mancanza di appetito, disturbi
del sonno, agitazione, disturbi del comportamento, scarso rendimento
scolastico, disturbi dell’intestino ecc.
o con altri quadri clinici. In questi casi è più facile e
tranquillizzante dire che non è niente e che con una terapia di vitamine o
integratori o blandi sedativi o erbe o medicine alternative o facendo un po’ di
esami andrà tutto a posto, e a volte è così perché intanto il bambino può aver
risolto la sua situazione ma certe situazioni non richiedono nulla di tutto
questo ma considerazione del sintomo e del bambino e cercare di capire “il
perché” o “che cosa” può essere successo. Un percorso che pediatra e genitore
debbono affrontare insieme con fiducia e reciproca comprensione senza
nascondersi, spesso tutti e due, dietro la negazione, la tranquillizzazione, il
“passerà crescendo” o la somministrazione di farmaci o solo la somministrazione
di farmaci . E’ più facile curare una patologia acuta anche importante come
una broncopolmonite, e di maggior
soddisfazione, che affrontare questi temi soprattutto quando il genitore vuole
una rapida soluzione con qualche medicina (nota di Ferrando)
Carattere e personalità sono già
presenti alla nascita (e probabilmente anche prima, nella pancia della mamma):
questo non vuol dire rinunciare al dovere del genitore di dare una guida,
esempio e formazione, insomma una educazione.
Il genitore deve tenere conto
delle preferenze del piccolo ma è altrettanto giusto che non diventino una
griglia stretta e immodificabile e anche un alibi per non fare alcune cose
fatte “per il suo bene”: seggiolino in auto anche se piange, assumere farmaci
se necessari, fare il bagnetto se non vuole, offrire vari cibi anche se ne
vuole solo pochi.
I genitori dicono spesso
“poverino perché farlo soffrire?”: l’educazione di un bambino non vuol dire
accontentarlo in tutto se piange ma abituarlo a cose che non vuole fare
(dormire, mangiare ecc. soprattutto se “mal”educato).
(Il significato della parola educazione viene dal latino e-ducere che significa
letteralmente condurre fuori, quindi liberare, far venire alla luce qualcosa
che è nascosto. Si intende il processo attraverso il quale l'individuo riceve e
impara quelle particolari regole di comportamento che sono condivise nel gruppo
familiare e nel più ampio contesto sociale in cui è inserito. Può essere anche
definita come l'atto, l'effetto dell'educare o come buona creanza, modo di
comportarsi corretto e urbano nei rapporti sociali).
Nel libro si trovano varie considerazioni sul prolungamento
dell’adolescenza, sul ritardo della scelta dell’età del matrimonio e dell’età a
cui avere un figlio e poi
vari utili capitoli su
puricultura, febbre ecc. ecc.
Il libro è scritto in maniera
semplice e comprensibile con consigli di tipo educativo (vedi capitolo
“Poverino perché deve soffrire” e “Le Nutelle della vita”) e pratico.
CITO ALCUNE PARTI PRATICHE:
-
Bellissima questa parte che Vi ricopio sul famigerato e TROPPO USATO sondino rettale nel capitolo
delle Coliche gassose su cui scherzando scrive “Credo che i neonati di
oggi non ne possano più di essere calmati col sondino rettale e ormai è un
passaparola: alla prima rettale che gli capita al pronto soccorso…tutti zitti,
basta piangere, c’è rischio che i genitori quell’arnese infernale se lo portino
anche a casa”.
-
CAPITOLO:DARE I NUMERI: LA BILANCIA OSSESSIVA:
“un consiglio per i neogenitori (ovviamente di un bambino nato a termine e
sano, nota mia): non lasciate entrare le bilance nelle vostre case….
-
NON MANGIA NULLA: tanti spunti e poi altri utili
capitoli: sul ciuccio. , sulla sterilizzazione (pulizia, Lavare le mani!!!
Questo è utile)
-
Nel capito “RAFFREDDORI MOSTRUOSI” qualche
considerazione su cui ragionare sulla moda delle medicine alternative e in “TUTTI
SOTT’ACQUA” utili consigli su come non svenarsi con i lavaggi nasali (flacone
di soluzione fisiologica, siringa e un contagocce).
-
PANICO DA FEBBRE :
MAI SPUGNATURE FREDDE ma tiepide
-
Altri utili consigli e si conclude con un invito
alla lettura…..il problema è però con chi non legge. Infatti spesso mi sento
dire: mi dica lei dott. io non ho tempo per leggere (ma magari per vedere
L’isola dei famosi p il grande fratello si). Se siete arrivati fin
qui…continuate a leggere. Ritengo la lettura un “cibo per la mente” nostra e
dei nostri figli.
Alberto Ferrando
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