domenica 24 novembre 2013

VIOLENZA SULLE DONNE: quanta ipocrisia

Il 25 Novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Sento ai TG posizioni che proclamano, pontificano, criticano, organizzano manifestazioni, riunioni, discussioni. Bene…(si fa per dire) se ne parla. Qualcosa si sta facendo. Tanto resta da fare. Una volta la violenza (TUTTA) sulle donne, sui bambini, sui disabili, in tutte le fasce deboli veniva nascosta o negata se non addirittura giustificata. Lo stesso sui bambini. Consiglio la lettura del libro “L’infanzia violata” di Mario Storchi (storie degli abusi sui minori in Italia nell’ottocento  nel novecento”). Parlo di bambini perché la violenza non è “solo” quella fisica ma anche quella psicologica, economica, è anche la violenza “indiretta”: Ti faccio soffrire maltrattando tuo figlio o figlia. Per i bambini si parla di violenza assistita (assistere alla violenza fatta alla madre…violenza che può essere anche una lite o atteggiamenti repressivi o minacciosi o ricattatori) ma quante donne (e anche alcuni uomini) vengono sottoposte a violenza maltrattando il figlio o la madre o altri cari?? 
MA LA VIOLENZA PRINCIPALE, PIU’ FREQUENTE E DIFFUSA E NON DENUNCIATA E’ QUELLA CHE LA STESSA SOCIETA’ E MOLTI DI NOI FANNO ALLE DONNE nel quotidiano. Ad iniziare ai commenti e aigesti pers strada. Non c'è una grande diversità tra chi fa pesanti apprezzamenti o gesti da chi maltratta fisicamente le donne. Li accomuna la mancanza di rispetto.  
Quanta ipocrisia da parte di una politica che nulla fa per le donne, i bambini e la famiglia e poi celebra in pompa magna la giornata della violenza contro le donne. Un esempio su tutti? La madre che deve tornare al lavoro e deve lasciare il bambino di pochi mesi, se non ha genitori, all’asilo o la mamma che si deve licenziare perché non le viene concesso il “part time” per dividersi tra casa, lavoro e figlio.  Guardate che è una situazione frequente e ho visto le lacrime, a volte trattenute altre no, negli occhi di tante donne. Seguo bambini le cui mamme hanno dovuto fare così, non per una scelta ma per obbligo. Per non parlare di mamme messe in condizioni di licenziarsi o di fatto licenziate. Magari che lavoravano in strutture che dovrebbero tutelare la famiglia. Direte solita colpa alla Società!! No la Società siamo noi quando non aiutiamo una neo mamma o una vicina che vediamo in crisi.  L’ultima mamma che ha dovuto licenziarsi lo ha fatto perché le colleghe di lavoro non hanno accettato di condividere parzialmente il “part time” (io ho dirittiche tu non hai perché vivo nel mio egoismo)!!!!  Storie di ordinaria violenza le vediamo anche noi. Forse non le vogliamo vedere, forse abbiamo da pensare ad altro ma se imparassimo a guardare le persone in faccia e negli occhi potremmo fare qualcosa: capire e offrire la nostra umanità, un sorriso, una offerta di aiuto. Viviamo in un periodo di anestesia anche emotiva. Corriamo dalla mattina a sera, affrontiamo la vita di corsa e con violenza e facendo così facciamo violenza non solo alle donne, anche ai nostri figli, a noi stessi.
Domani quando si celebrerà la giornata della violenza oltre ai grandi discorsi che grandi imbonitori faranno con l’ipocrisia tipica dei tempi attuali  noi guardiamo gli altri e cerchiamo di fermare la nostra violenza che può essere anche quella di non fare niente per le altre donne e per gli altri in generale.
Un caro Saluto
Alberto Ferrando

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