mercoledì 13 agosto 2014

ABUSO E MALTRATTAMENTO: IPERCURA "LA SINDROME DI MUNCHAUSEN PER PROCURA"

ABUSO E MALTRATTAMENTO: IPERCURA "LA SINDROME DI MUNCHAUSEN PER PROCURA" Testimonianza:libro biografico "Malata per forza" di Gregory
Leggiamo sui quotidiani, in questi giorni, di una mamma Torino, che somministrava, di nascosto,  dell'insulina al figlio ricoverato. Cosa è questa forma di maltrattamento che va sotto uno strano nome?  La sindrome di Münchausen per procura , MbP, (by proxy)*

Esistono varie forme di maltrattamento. La forma più frequente è la trascuratezza (neglect): il bambino trascurato, deprivato di attenzione, affetto, cure. Segue  l’abuso psichico e fisico e sessuale. Una forma più rara, almeo nelle manifestazioni estreme descritte, è il maltrattamento da “ipercura” e la manifestazione più nota e tipica è la  sindrome di Münchausen per procura, MbP, (by proxy).
L’ABUSO E IL MALTRATTAMENTO IN FAMIGLIA E’ UN FENOMENO CHE, SENZA UN INTERVENTO ESTERNO,  NON SI RISOLVE, SI CRONICIZZA E ANZI DIVENTA SEMPRE PIU’ GRAVE. SOLO UN INTERVENTO DALL’ESTERNO DELLA FAMIGLIA PUO’ BLOCCARE I MECCANISMI IN ATTO. E QUI SIAMO COINVOLTI UN PO’ TUTTI A DOVER PENARE SITUAZIONI CHE , SOLO AL PENSARLE FANNO STARE MALE. BISOGNA SUPERARE LA PAURA DI PENSARLE ED EVITARE DI NEGARE CHE IL PROBLEMA ESISTA O CHE SI POSSA RISOLVERE DA SOLO.
In forma leggera la sindrome è probabilmente più frequente di quanto si pensi ma siccome non causa evidenti problemi fisici è impossibile stabilire la frequenza. Alcune forme di “doctor shopping” di eccessiva medicalizzazione del bambino (tante medicine, tante consulenze, cambi di medico ecc.) possono rientrare in questo capitolo.  La frequenza delle forme più frequenti (soffocamento e somministrazione di farmaci) oscillerebbe da 1-3 casi su 100.000. La diagnosi non viene sospettata, in media, prima di 6 mesi e la mortalità è di circa il 10%
In questa sindrome l’abuso è fatto dalla madre su un figlio, questo distingue il maltrattamento fatto su se stessi (sindrome di Münchausen ). E’ una situazione  distruttiva, ove spesso i medici non riescono a comprendere subito la situazione, in alcuni casi diventano complici di una madre che appare, disponibile, preparata e cooperante.   
Cosa è
E’ un disturbo mentale che interessa prevalentemente le mamme e le spinge a simulare o addirittura ad arrecare direttamente un danno fisico al figlio/a per attirare l’attenzione su di sé.  La madre, preoccupandosi della salute del proprio figlio, gode così della stima e dell’affetto delle altre persone.
La diagnosi è difficile (bisogna conoscere questa malattia e avere il coraggio di pensarla)  in quanto si può presentare con vari e differenti sintomi , che risulteranno poi essere inventati o indotti.  Infatti l’dea che  il malessere del bambino sia procurato dalla madre risulta risulta difficile da pensare anche perché, in questa situazione le mamme appaiono gentili, sollecite, premurose, che hanno molto a cuore la salute dei figli.Vengono spesso definite “madri modello”

Secondo il DSM IV (  Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders:  manuale delle patologie psichiatriche) è un  disturbo fittizio per procura “la caratteristica essenziale è la produzione deliberata o simulazione di segni e sintomi fisici o psichici in un’altra persona che è affidata alle cure del soggetto. Tipicamente la vittima è un bambino piccolo e il responsabile è la madre del bambino. La motivazione di tale comportamento viene ritenuta essere il bisogno psicologico di assumere, per interposta persona, il ruolo di malato”

COME SI PRESENTA
Il modo di presentarsi è molto variabile.
Le situazioni riconoscibili sono tre:
1. Simulazione di segni e sintomi di malattie di varia natura (allergie, ematuria, problemi respiratori, sanguinamenti, vomito, affezioni gastrointestinali), riportati dal genitore-abusatore. Vengono sempre minuziosamente descritti, ma enza prove né testimoni. Compaiono solo con il genitore.
In alcuni casi i sintomi esistono, il bambino ha una malattia, ma i sintomi vengono esagerati. (diagnosi ancora più difficile da pensare e da fare)
2) Induzione di segni e sintomi di malattia: rappresenta la forma tipica di MbP:  il genitore  procura direttamente la malattia del bambino. 

Le modalità usate per generare i sintomi nel bambino-vittima possono essere innumerevoli e a volte anche molto crudeli. Molti sono i casi di avvelenamento condotti mediante sommi- nistrazione di sostanze farmaci e veleni: veleni  per animali, purganti, arsenico, insulina come nel caso apparto recentemente sulle cronache nazionali (le crisi ipoglicemiche sono tra le più frequenti manifestazioni indotte), ecc.
3)  maltrattamenti fisici. Sono descritti casi di punture di spillo, bruciature, traumi causati con oggetti contundenti e soffocamento.

LA STORIA DI KATHY BUSH COME ESEMPIO ECLATANTE DI INDUZIONE DI MALATTIA:
LA CRONACA DEGLI EVENTI E GLI INDIZI SOSPETTI
AVVELENATA DALLA MADRE: le iniettava materiale fecale nella fleboclisi
Una bambina di 9 anni è stata deliberatamente avvelenata per anni dalla madre che vo- leva attirare su di sé l’attenzione dei medici e dei mass media. Kathy Bush, madre della piccola, è stata arrestata e incriminata per gravi maltrattamenti ai minori dal Tribunale della Florida, dopo che aveva fatto ricoverare 200 volte la figlia Jennifer. Per anni ha iniettato materiale fecale alla figlia, indicendo al contempo una campagna per chiedere l’as- sistenza medica per le famiglie che ne sono prive.
Tale campagna ha portato Kathy Bush sulle prime pagine dei giornali e perfino a essere fotografata accanto a Hillary Clinton. Per la verità, gli infermieri che avevano avuto a che fare con Kathy Bush e la figlia Jennifer sostengono di aver sospettato per anni che quella bambina non avesse nulla di grave. Ma la madre, dice il Pubblico Ministero che l’ha fatta arrestare, era esperta di cose mediche, parlava da pari a pari con i dottori, finendo ogni volta per convincerli che la bambina era gravemente malata. Per anni a Jennifer sono state diagnosticate una serie di malattie: da una debolezza del sistema immunitario a malattie dell’intestino e dell’apparato urinario.
Jennifer era stata operata per ben 40 volte e le erano stati posizionati più volte cateteri venosi. Attraverso tali accessi, hanno testimoniato gli infermieri, la madre iniettava qualcosa di strano ogni volta che visitava la bambina. Se ne erano accorti perché dopo la visita della mamma, ogni volta, le condizioni di Jennifer peggioravano. Articoli sulla lotta eroica della madre e della bambina erano usciti su Usa-Today. Nel frattempo alla famiglia sono arrivate donazioni pubbliche e private con cui hanno fatto costruire una piscina da ventimila dollari, si sono comprati automobili e hanno fatto vacanze lussuose. Ma i vicini non credono ai risultati delle indagini. “Kathy è una madre meravigliosa” sostengono. “Jennifer non sarebbe viva se non si fosse data tanto da fare”.
Da Il Giornale, 18 aprile 1996
La storia in sintesi:
Ricoverata 200 volte, 40 interventi chirurgici, numerosi cateteri venosi
Per anni sono state diagnosticate una serie di malattie...
Marcata attenzione da parte dei media
La madre, Kathy Bush, aveva indetto una campagna per chiedere l’assistenza medica per le famiglie che ne sono prive. Gli infermieri sospettavano da anni che la bambina non avesse nulla di grave. La madre era esperta di medicina, parlava da pari a pari con i dottori, finendo ogni volta per convincerli che la bambina era gravemente malata
Ma i vicini non credono ai risultati delle indagini: “Kathy è una madre meravigliosa”
  
In alcuni casi  le malattie indotte e i modi di provocarle possono essere anche particolarmente cruenti e talora causare la morte del bambino. Pensarci in acso di morte improvvisa del lattante (SIDS).
Ricordando la possibilità di un Münchausen seriale, par ticolare attenzione va posta quindi ai casi in cui ricorrano in famiglia altri episodi di morte infantile sospetta o precedentemente identificati come SIDS (casi purtroppo descritti).
Oltre ai danni fisici (ricordiamo anche la mortalità del 10%) il bambino è una vittima psicologica. Questi bambini possono presentare,  anche dopo  anni, difficoltà di appren- dimento e di concentrazione, problemi comportamentali, assenza di relazioni sociali, problemi a livello emotivo, in-cubi notturni, sintomi propri del “disturbo post-traumatico da stress” e, nei casi più gravi, anche una patologia psichiatrica maggiore (depressione).
Nella adolescenza insorgono altri problemi e il bambino stesso può simulare la malattia per cercare, in una sorta di follia a due , di  di garantirsi cure e attenzioni da parte del genitori.
Nella maggioranza dei casi (fino al 98%) il genitore abusante è la mamma che è, come detto sopra ,  una donna abbastanza colta, con conoscenze mediche che possono provenire da studi nel campo, riviste, enciclopedie mediche, serie televisive di ambientazione ospedaliera. La mamma instaura un buon rapporto con il personale sanitario, si dimostra collaborante e ascolta con attenzione, ha un atteggiamento riconoscente ed è gratificata dalle attenzioni rivolte al figlio; appare, quindi, come una madre affettuosa e amorevole.
Si riscontra però frequentemente in queste mamme un disturbo di personalità e frequentemente, le madri abusanti risultano essere state a loro volta vittime di maltrattamento da parte dei genitori, oppure sono o sono state affette da sindrome di Münchausen (autoindotta).


E IL PAPA’???
In genere è una figura passiva e negligente. Il più delle volte si tratta di un padre assente o perché resta lontano da casa per lunghi periodi di tempo, o perché sembra non par tecipare/essere coinvolto nelle vicende familiari. Quando la donna viene scoperta e messa di fronte agli abusi perpetrati, il marito la sostiene e può persino rendersi complice dei suoi in- ganni, facilitando tacitamente il suo comportamento. A volte anche il papà è abusante.

 INDICAZIONI PER UN SOSPETTO:
• Un bambino che ha uno o più pro-blemi di salute insoliti, che non rispondono al trattamento o che appaiono anomali e diversi rispetto a casi analoghi (non ho mai visto una cosa di questo tipo).
• Segni e i sintomi che non si evidenziano mai in assenza del genitore (spesso l’ospedalizza- zione e il controllo attento si dimostrano indispensabili per poter stabilire questo rapporto casuale) o si ripresentano sempre in un contesto fisso (a casa, ad esempio...).
• Un genitore che sembra essere insolitamente calmo di fronte alle gravi difficoltà clinico-terapeutiche che spesso questi bambini pongono, o per contro che appare costantemente sfiduciato nei confronti del personale, richiedendo con frequente insistenza ulteriori pareri clinici (doctor shopping).
• Il genitore ritenuto sospetto può lavorare egli stesso nel campo sanitario o esprimere un chiaro interesse per tali tipologie di professioni; tipicamente si dimostra in confidenza con il personale e avanza suggerimenti e consigli in materia di valutazioni cliniche, diagnostiche e terapeutiche.
• Un genitore estremamente attento ai bisogni del bambino, che sembra necessitare di un’attenzione costante.
• Un genitore con i sintomi riferiti simili a quelli del bambino o con una storia di malattia di per sé insolita e di difficile spiegazione clinica.
• Ricorrenza familiare di episodi simili di malattia o eventi di morti
non spiegate.

• Un genitore che sembra avere un’esigenza insaziabile di essere gratificato o che tende a dichiarare apertamente le proprie attitudini e abilità.

*(da “Medico e Bambino” del maggio 2009: La sindrome di Münchausen by proxy Dal dire al fare attraverso i casi. ZEMIRA CANNIOTO1, FEDERICO MARCHETTI1, EVA DA DALT1, SANDRA BRUSA2, ALESSANDRO VENTURA1 1Clinica Pediatrica, IRCCS “Burlo Garofolo”, Università di Trieste 2Reparto di Pediatria, Ospedale S. Maria della Scaletta, Imola (Bologna))




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