lunedì 25 luglio 2016

Bambini bocciati a 10 anni a sport!!! Genitori attenti allo sport come causa di stress per voi e soprattutto per il bambino

Bambini bocciati a 10 anni a sport!!! Genitori attenti allo sport come causa di stress per voi e soprattutto per il bambino
Cari genitori
Recentemente una società di calcio ha inviato lettera a casa al bambino di 10 anni "esonerandolo" dallo sport :-). Genitori ricordate che dovete difendere e tutelare il tenesse fisico e psichico del bambino. La vita farà delle selezioni, giuste e ingiuste ma che l'o sport diventi, fin dai primi anni di vita fonte e causa di stress...NO!!!
Poi, non esiste solo il calcio. Ci sono tante attività fisiche utile e educative.
SCEGLIETE SOCIETA' OVE IL PERSONALE SA FARE ASSISTENZA AD UN BAMBINO SE STA MALE E OVE SIA PRESENTE IL DEFIBRILLATORE. ALTRIMENTI CAMBIATE SOCIETA'
Già ora molti di voi stanno pensando che sport far fare a vostro figlio. Incollo qui sotto alcuni consigli che dovete valutare Voi, parlarne con il vostro pediatra e sapere che , soprattutto nei primi 6-7-8 anni si può vivere molto bene anche senza fare alcuno sport. NON senza movimento. Si può camminare, giocare, fare gite sabato e domenica. Incollo articolo che avevo inviato.
SPORT E STIMA DEL BAMBINO
Praticare uno sport nel periodo dell'infanzia e dell'adolescenza, ma anche in età adulta comporta benefici  fisici, psicologi e  relazionali.
Lo sport, infatti, può svolgere un ruolo importante nella costruzione di una positiva immagine di sé, di una disposizione ottimistica verso il futuro, favorendo la socializzazione e facilitando le relazioni amicali e quelle con adulti capaci di offrire dialogo, comprensione, aiuto.
Inoltre, può rendere capaci le persone di rispetto di codici e norme, di scambi efficaci con gli altri e di reciproco aiuto.
Perché le potenzialità dello sport si realizzino è necessario che gli allenatori, i genitori, i dirigenti sportivi e gli atleti stessi si impegnino a fare della pratica sportiva un insieme di esperienze positive, felici, edificanti.
I bambini ed i ragazzi hanno bisogno di persone adulte che consentano loro di prendere consapevolezza delle proprie caratteristiche e capacità, , di costruirsi un concetto di sé positivo e duraturo e di interagire in modo efficace con i coetanei.  
Una vittoria non deve incrementare l'aspettativa narcisistica di essere sempre vincenti, così come una sconfitta non deve generare un senso di fallimento personale ma bisogna  riconoscere ed apprezzare un buon risultato anche se il figlio non è salito sul podio ma ha dato il meglio di sé.
Nella pratica sportiva agonistica la vittoria è certamente un evento esaltante che gratifica l'atleta e la squadra, che infonde entusiasmo e gioia, che ripaga i sacrifici e l'impegno dell'allenamento, che rinforza l'autostima del singolo e del gruppo.
Il bisogno di vincere però non è un bisogno spontaneo del bambino o dell'adolescente: in genere essi hanno la necessità di sentirsi riconosciuti e valorizzati in quanto individui capaci di conseguire dei risultati. Per loro il successo non è collegato con la vittoria in sé poiché, anche il solo fatto di aver superato un limite personale, offre una grande soddisfazione. 
La vittoria pertanto non è un obiettivo prioritario dei giovani atleti almeno fino a quando qualcuno non dice loro che devono vincere. I ragazzi che hanno alle spalle genitori ed allenatori che desiderano la vittoria a tutti i costi sono costretti a perseguirla per trovare risposta ai loro bisogni di sicurezza, di stima e di approvazione. Se essa sfuggirà loro, subiranno una ferita sul piano personale cominciando a temere di essere atleti, e poi persone, di scarso valore.

DECALOGO PER  GENITORI CON FIGLI CHE PRATICANO SPORT

   Non imporre le tue aspirazioni a tuo figlio: ricorda che ogni bambino migliora e progredisce seguendo i suoi tempi, quindi non giudicare i progressi di tuo figlio confrontandolo con le prestazioni di altri atleti o con le tue aspettative.

   Sii di supporto a tuo figlio: c’è solo una domanda che devi porre a tuo figlio a fine allenamento o a fine gara: “Ti sei divertito?”; poiché se non si diverte non sarà motivato a partecipare.

   Non cercare di sostituirti all’allenatore: il tuo lavoro è quello di dare amore incondizionato e supporto. Dì a tuo figlio quanto sei fiero di lui e lascia la parte tecnica all’allenatore.

   Stima l’allenatore di tuo figlio: il legame fra l’allenatore e l’atleta è speciale e contribuisce al successo e al divertimento del tuo bambino, quindi non criticare l’allenatore in sua presenza, perché lo ferirà.

   Non criticare gli accompagnatori: se non sei interessato o non hai il tempo per aiutare lo staff come volontario, non criticare chi sta facendo tutto il possibile per dare una mano.

   Dì solo cose positive durante le gare: devi essere incoraggiante e non criticare mai tuo figlio o il suo allenatore, perché entrambi sanno se e quando hanno commesso errori.

   Riconosci e rispetta le paure di tuo figlio: la prima gara può essere una situazione molto stressante ed è normale che il tuo bambino sia spaventato. Non sgridarlo e non sminuire i suoi sentimenti, assicuralo che l’allenatore non lo avrebbe fatto partecipare, se non lo ritenesse in grado. Ricordati anche che la maggior parte delle sue paure sono quelle che tu gli trasmetti.

   Sii leale e di supporto alla squadra: non è saggio continuare a spostare il bambino da una squadra all’altra, ogni team ha i suoi problemi, anche quelli in cui crescono campioni.

   Tuo figlio non deve avere come unico obiettivo quello di vincere: i campioni sono quelli che hanno saputo concentrarsi sull’allenamento, più che sul risultato.

   Non aspettarti che tuo figlio diventi un atleta olimpico: pensa a quanti atleti che praticano lo sport di tuo figlio ci sono in Italia, e a quanti posti sono disponibili ogni 4 anni: le possibilità reali che tuo figlio diventi un atleta olimpico sono lo 0,00…%. Fare sport è molto più delle Olimpiadi, aiuta a crescere persone oneste e civili, proprio come tu vorresti tuo figlio, quindi sii contento anche solo del fatto che voglia cimentarsi nello sport.

Carta dei diritti dei giovani che praticano sport"

• Diritto a praticare lo sport e a sceglierlo liberamente.

• Diritto ad essere rispettati come persone e come atleti.

• Diritto a vivere una valida esperienza educativa.

• Diritto ad esprimere la propria personalità e le proprie doti e

caratteristiche.

• Diritto ad un ambiente che tutela la salute fisica, psicologica e sociale.

• Diritto a comprendere e a partecipare al progetto di formazione sportiva.

• Diritto ad avere relazioni interpersonali positive.

• Diritto a divertirsi.

• Diritto a crescere e a migliorare le proprie prestazioni.


• Diritto a competere, a vincere, a perdere.



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